La famiglia Marcello è presente nella vita pubblica di Venezia da oltre mille anni. Tra i documenti più datati appare l’atto di
donazione dell’Isola di San Giorgio all’ordine Benedettino, sottoscritto da Pietro Marcello il 20 dicembre 982.
Nel XV secolo la famiglia vive il suo massimo splendore: Jacopo Antonio, famoso umanista, conquistò Verona, Ferrara e il Garda e liberò Brescia nel 1483. Vent’anni dopo, un altro Jacopo Antonio conquistò la Puglia e morì durante la presa di Gallipoli.
Nicolò Marcello, già Ambasciatore a Trebisonda e Bailo di Costantinopoli, divenne poi Procuratore di San Marco e Doge il 13 agosto 1473. Durante il suo dogado, Caterina Cornaro donò Cipro alla Repubblica di Venezia. Egli fu il primo a coniare la
mezza lira veneziana, moneta d'argento che fu chiamata "marcello" in suo onore.
A due secoli di distanza Lorenzo Marcello, al comando della flotta veneziana nella sanguinosa battaglia dei Dardanelli (1656), riportò la più importante vittoria che l’armata della Serenissima avesse mai conseguito dopo Lepanto.
Nella genealogia della famiglia emergono anche due noti musicisti: Benedetto Marcello (1686-1739) stimato da Bach e considerato l’iniziatore della musica moderna, e il fratello Alessandro Marcello ricordato ancora oggi per il suo concerto di oboe.
Nel XIX secolo Andriana Zon, sposa di Alessandro Marcello sindaco di Venezia sotto il dominio austriaco, rivitalizzò la pluri secolare arte del merletto dando un lungimirante impulso all'economia fondando a Burano una scuola.
In seguito la famiglia ne fece dono alla città di Venezia che la trasformò nell’attuale museo (http://museomerletto.visitmuve.it).
In tempi relativamente più recenti Alessandro Marcello (1894-1980), insigne botanico, autore di importanti libri di fenologia e personalità di spicco nella vita culturale, sociale e politica di Venezia, divenne un punto di riferimento anche per la popolazione di Fontanelle dove durante la grande guerra guidò il reparto cavalleria alla riconquista della Villa, riuscendo a sottrarla all’esercito austroungarico. Nella seconda guerra riuscì a liberare il parco dall’esercito tedesco che lo aveva occupato.